Tre giorni ancora insieme a lei, solo altri tre giorni e poi di nuovo tre mesi di lontananza. Ed eccomi qui, seduto su una panchina in un parco lungo la Vistola; di fronte ad un laghetto artificiale e su, più in alto, davanti a me, "stare miasto", la città vecchia, con la cattedrale, le sue vie strette e i suoi vecchi palazzi colorati con i tetti a spigolo e le tegole rosse. Alle mie spalle invece, oltre il fiume, la parte nuova della città, con i suoi edifici alti, grossi, tutti uguali; enormi alveari con celle di due stanze e cucina. Ed io ancora qui, a lasciar passare il tempo, nell'attesa di rivederla ancora. Chissà perché questa primavera tarda ad arrivare; è come se il freddo vento del nord ricacciasse nei rami i germogli che ormai non possono più attendere; è lì, la si sente nell'aria, la primavera, nei prati verdi, nel canto degli uccelli, nei cuori di vecchi e bambini che giocano e passeggiano insieme; eppure, ieri la grandine e l'altrieri la neve avevano di nuovo imbiancato ogni cosa... Piangere? E perché? Non si usa piangere quando si è felici, quando i propri sogni, le proprie speranze, si stanno finalmente realizzando. O forse sento dentro di me che non ne sono degno, che non merito tutto ciò. Anche se so che per averlo, per realizzarlo, ho lottato, ho sudato, ho pianto, ho imprecato, ho supplicato, ed ora? Ora lei ha deciso: è pronta a rischiare con me, è pronta a lasciare famiglia, amici, lavoro, abitudini, costumi, lingua e a ricominciare da capo. Una nuova vita l'attende, una vita che lei non riesce a capire e che io non ho saputo, o non ho voluto, spiegarle. Eppure ho la coscienza a posto, sono tranquillo, non le ho fatto false promesse, niente iniqui giuramenti, niente meschine illusioni. Solo una cosa le ho detto, l'unica cosa di cui ero e sono veramente sicuro, una cosa che non mi stanco mai di ripetere a lei ed a me stesso: l'amo, l'amo, l'amo! E poi che importa! Due pazzi come noi, che ancora non parlano la stessa lingua, che sfidano la politica dei due "blocchi" e che sono riusciti a volersi bene nonostante tutte le difficoltà, avranno pure il diritto di compiere l'ennesima follia e di sposarsi, senza nemmeno rifletterci troppo sopra. Ah, come è strana la vita! Chi l'avrebbe mai detto, che mi sarei trovato in questa situazione. Ancora non riesco a credere a me che me ne vado a zonzo per le vie di questa città, da solo, anche di notte, con in mano solo una mappa stradale e dei biglietti per il tram... Oggi forse mi chiederà ancora della mia famiglia, dei miei amici, se la accetteranno, se non dovrà sentirsi sempre sola ed emarginata, ed io continuerò a ripeterle di non preoccuparsi, che conosco abbastanza bene i miei amici ed i miei per sapere che sarà la benvoluta tra noi... Ma porca miseria, che freddo che fa! Sarà perché sono qui immobile da un'ora, ormai, ma le mie dita ed il naso sono congelati; eppure quì la gente passeggia normalmente, i bambini giocano ed io ringrazio solo che il mio dente del "giudizio" si mantenga ancora calmo: ormai è ora di... metterlo.